Oggi la nostra Capitale festeggia il suo compleanno.
Fondata secondo la leggenda nel 753 a.C., oggi compie la bellezza di 2774 anni! Per festeggiarla, abbiamo deciso di raccontarvi la storia del primo acquedotto romano, l’acquedotto Appio.
Progettato e iniziato dal censore Gaio Plauzio Venoce, che ne stabilì la sorgente nei pressi di una strada secondaria lungo la via Prenestina venne realizzato nel 312 a.C. dall’altro censore in carica con lui Appio Claudio Cieco che, rimasto in possesso della carica censoria oltre il suo collega Plauzio Venoce, si intestò la monumentale opera pubblica che sarebbe stata poi conosciuta come Acquedotto Appio
Tra i vari interventi di restaurazione e miglioramento dell’acquedotto, si ricordano quello di Agrippa nel 33 a.C. e quello di Ottaviano Augusto conclusosi nel 4 d.C.
Questo secondo intervento aggiunse un canale parallelo all’acquedotto principale , che significò una notevole maggiorazione nella portata d’acqua dell’acquedotto.
L’esatta posizione della sorgente è tuttora sconosciuta: è probabile che nel tempo si sia prosciugata.
Il suo tragitto, come detto, iniziava nei pressi di via Prenestina e ne seguiva il corso fino all’arrivo in città vicino a Porta Maggiore, in una località definita Ad Spem Veterem, dove si trovava il tempio della dea Speranza. Attraverso un percorso sotterraneo che attraversava il Celio, usciva in superficie in quella che oggi è Piazza di Porta Capena, in questa parte, l’unica all’aperto di tutto l’acquedotto, utilizzava le arcate e la struttura della Porta Capena.
Nell’ultima parte, l’acquedotto tornava a essere sotterraneo e terminava nei pressi di dove oggi sorge la basilica di Santa Maria in Cosmidin, in piazza della Bocca della Verità. Qui, attraverso i cosiddetti castelli, vi era una prima suddivisione delle acque affinché fossero distribuite.
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