Da anni ormai siamo abituati a comprare acqua in bottiglie di plastica perché ci è stato detto che l’acqua di Roma che esce dal rubinetto non dovrebbe essere bevuta in quantità eccessiva a causa di alcuni elementi contenuti al suo interno.
Ma cosa contiene davvero l’acqua di Roma?
Bisognerebbe iniziare dicendo che la popolazione romana è una delle più fortunate del mondo da questo punto di vista. L’acqua che esce dai rubinetti, infatti, deriva in quantità di molto superiori al 90% da sorgenti naturali. Il principale acquedotto, l’acquedotto di Peschiera-Capone, è, infatti, uno dei più grandi acquedotti del mondo a trasportare solamente acqua presa direttamente da una sorgente naturale
Celebre è la credenza che l’acqua di Roma contenga altissime quantità di calcare e che esso sia causa dei calcoli renali. Ma in realtà sono numerosi gli studi che dimostrano che la presenza di calcio e magnesio abbiano effetti assolutamente benefici sul nostro corpo. La maggior durezza dell’acqua, infatti, è spesso considerata fattore protettivo e che, anzi, aiuta a rafforzare il sistema immunitario e a prevenire l’emergere di alcune patologie.
Controlli di qualità ACEA
Oltre al calcare, si fa talvolta riferimento al cloro, sostanza spesso considerata pericolosa da ingerire. Anche qui, è però necessario fare un appunto: il cloro viene utilizzato per disinfettare l’acqua ma il suo utilizzo e la quantità utilizzata segue procedure che ne garantiscono la sicurezza e l’efficacia.
D’altronde, come si può rilevare anche direttamente dal sito di ACEA, la società multiservizi italiana attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi del settore idrico, energetico e ambientale, i valori riguardo la qualità dell’acqua romana che emergono dalle analisi effettuate periodicamente, risultano essere quasi ovunque entro i limiti consentiti, con alcune eccezioni che vengono in ogni caso prontamente segnalate dall’azienda e dal Comune.
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